Il focus di Confagricoltura quest'anno è dedicato alla Germania, primo mercato straniero per il vino italiano. Qui le vendite tricolori sono al 13% , un punto in più della Francia e cinque in più della Spagna. Anche in terra tedesca, tuttavia, l'Italia deve fare i conti con una nuova tendenza, quella di un consumo ancora orientato al prodotto interno: i viticoltori locali raggiungono il 43,8% dei vini venduti.
I canali distributivi passano molto attraverso i discount, dove si compra il 47% dei vini, e la grande distribuzione in generale, che occupa tre quarti della quantità di prodotto venduto.
L'analisi del valore, tuttavia, dimostra che quasi il 25% del giro d'affari è stato realizzato direttamente mediante l'acquisto diretto dai produttori, a cui corrisponde il 15,5% del volume commercializzato.
I discount hanno realizzato appena il 32% del valore.
I vini tedeschi si caratterizzano per la loro stabilità di prezzo nella fascia di mezzo, a causa degli elevati costi di produzione nelle aree viticole tedesche.
Del made in Italy piacciono soprattutto il Prosecco (la Germania assorbe il 33% dell'export di questa nuova docg) e l'Asti Spumante, ma anche i vini rosè (cresciuti del 6,5% nel 2010, raggiungendo una quota di mercato del 9,6%), freschi e fruttati, meglio se biologici, anche se più cari. Il consumatore tedesco, infatti, è disposto a pagare di più se, al prezzo più elevato, corrisponde anche un migliore livello qualitativo e caratteristiche di produzione attente alla salvaguardia della natura.
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