domenica 31 luglio 2011

Aglianicone

Aglianicone
Sin: Aglianicone nero, Aglianico bastardo, Glianicone.

Storia:
Le sue origini non sono diverse da quelle della "famiglia" degli Aglianici di cui fa sicuramente parte. Vitigno antichissimo conosciuto già in epoca romana, portato forse in Italia dai Greci, durante la colonizzazione del Meridione. Spesso è presente nei vigneti di Aglianico


Diffusione:
Al contrario dell'Aglianico, l'aglianicone è scarsamente diffuso in Campania e rimane autorizzato nella sola provincia di Salerno. La sua coltivazione è più estesa in Basilicata, dove è raccomandato nelle province di Potenza e Matera


caratteristiche sensoriali del vino: Da questo vitigno si ottiene un vino di colore rosso rubino carico con bordi gialli-aranciati, profumo abbastanza intenso, un pò grossolano, sapore acidulo, povero di corpo, talvolta amarognolo, tannico.


utilizzo enologico : esclusivamente per la vinificazione, mai in purezza, per la non eccelsa qualità del vino che se ne ottiene, ma entra nella composizione di uvaggi per vini comuni da pasto, so livello di acidità.

venerdì 29 luglio 2011

Prima procedura d'empeachment per l'anidride solforosa

Bruxelles mette in discussione il suo utilizzo come biocida e disinfettante dei contenitori in cantina. Tutti in difesa della SO2  per evitare il precedente pericoloso di una messa al bando da parte della Commissione.

          Le organizzazioni europee del settore vitivinicolo - e presto anche la stessa Oiv - si stanno attivando per convincere la Commissione europea a non adottare il divieto di utilizzo dell'anidride solforosa (SO2) come biocida. La decisione spetta alla Commissione, e verrà presa nell'ambito del Comitato di gestione e si sostanzierebbe nel divieto di commercializzazione del biossido di zolfo come biocida come conseguenza del suo mancato inserimento tra i biocidi autorizzati negli allegati I, IA o IB della direttiva 98/8 CE.

Tappi in atmosfera satura 

          I rappresentanti delle organizzazioni del settore vitivinicolo europeo, fra le quali vi è il Copa-Cogeca, il Ceev presieduto da Lamberto Gancia e l'Oenoppia presieduta da Marco Manfredini, fanno presente alla Commissione, nella lettera inviata il 3 maggio 2011, che l'anidride solforosa è ormai indispensabile, sia per l'applicazione diretta nel processo di vinificazione - il cui uso, peraltro, è ben regolamentato a livello europeo - sia come disinfettante dei contenitori utilizzati nella vinificazione, come le botti ed altri contenitori in legno impiegati nel settore zootecnico e/o nella fermentazione di vino, sidro e vini da frutta, o anche per la conservazione dei materiali che vengono a contatto con il sidro, il vino  o il vino da rutta, come i tappi di sughero, che sono spesso venduti in sacchetti in atmosfera di SO2 per limitare lo sviluppo di microrganismi.
     Sin dalla nascita dell'enologia, l'anidride solforosa è stata considerata come il conservante più efficace, grazie alla sua attività antibatterica e antimicotica, ma anche antiossidante.
     La lettera a difesa del prosieguo dell'uso dell'anidride solforosa continua affermando che essa è utilizzata anche nel trattamento di barili per garantire la loro salute e evitare la contaminazione derivante dai ceppi di lieviti enologici (Brettanomyces in particolare) e reazioni batteriche. La sua specifica azione a lungo termine è di particolare interesse presso le aziende che fanno passare diversi mesi prima dell'imbottigliamento del vino prodotto che quindi deve essere conservato in recipienti sanificati con la solforosa.

Dosi basse, innocue per l'ambiante

          La maggiore critica che viene fatta all'impiego dell'anidride solforosa, e che potrebbe portare al divieto di commercializzazione e di uso di cui alla proposta della Commissione, si basa sul fatto che la solforosa è considerata un elemento inquinante dell'ambiente. ebbene i sostenitori del suo impiego precisano invece, che qualunque sia il metodo di trattamento, le quantità utilizzate sono molto basse e soprattutto all luce dei progressi nel recupero e nel trattamento di effluenti da cantine, essi non vengano rilasciati nell'ambiente e quindi non possono inquinarlo. In ogni caso, le dosi di anidride solforosa, che sono utilizzati nelle cantine sono molto limitate e specifiche  per l'impatto ambientale. Inoltre, le dosi utilizzate nella preparazione dei tini possono migrare nel vino nel pieno rispetto delle norme enologiche di cui al Reg.Ce 606/2009, e ciò permette di preservare la qualità del vino.
     Il problema principale che deriverebbe dal divieto di utilizzo di SO2 sarebbe costituito dal fatto che non ci  sono attualmente, in quasi tutte le strutture di vino europeo, prodotti alternativi che posano sostituire l'utilizzo di SO2 per la disinfezione dei contenitori e lo stoccaggio del vino.
     Le organizzazioni di categoria, nella loro lettera alla Commissione europea, non negano che attualmente si stanno studiando e mettendo in atto processi alternativi che però sono ancora in fase di sviluppo e che comunque non potrebbero essere impiegati da parte delle piccole strutture di vinificazione, che sono la maggioranza in Europa. Inoltre, queste tecniche non offrono le stesse garanzie di protezione a lungo termine e possono dare altri disinfettanti come il permanganato di potassio o altri perossidi, che peraltro non sono consentiti nella pratica enologica dalla normativa vigente.
     Le organizzazioni firmatarie della lettera concludono dicendo di essersi mobilitate in tutti gli Stati Membri ed extracomunitari per raccogliere materiale scientifico in grado di dimostrare la  necessità di utilizzo della solforosa in cantina, ma soprattutto della mancanza di conseguenze sull'ambiente.

Riferimenti: Vignevini - mensile de il Sole 24 Ore Spa n. 6 Giugno 2011



giovedì 21 luglio 2011

Londra premia il Lambrusco

Viene dall'Emilia-Romagna il miglior rosso frizzante del mondo. L'intenazional Wine Challenge di Londra ha infatti assegnato la medaglia d'oro al Lambrusco Marcello 2010 delle cantine  "Ariola" di Calicella di Pilastro Langhirano (Parma). Un riconoscimento che arriva dopo la Gran Medaglia d'oro ottenuta all'ultima edizione del Vinitaly. "Congratulazioni a Marcello Ceci patron delle cantine Ariola per l'importantissimo risultato - ha detto l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni- unite alla soddisfazione di registrare un'ulteriore conferma della grande stagione che sta vivendo la vitivinicoltura emiliano-romagnola. I nostri stanno crescendo in qualità e personalità e sono in grado di competere alla pari con i prodotti più blasonati. Stiamo raccogliendo i frutti di una politica di investimenti nelle vigne e nelle cantine, sostenuta anche da risorse del Piano regionale di sviluppo rurale, di nuovi disciplinari di produzione, di nuove iniziative anche sul fronte commerciale. Occorre continuare su questa strada".

Riferimenti: Vignevini - mensile de il Sole 24 Ore Spa n. 6 Giugno 2011

lunedì 18 luglio 2011

L'impatto dell'Anidride solforosa sulla salute



  Le attuali normative fissano per l'Italia i limiti massimi di SO2 a 160 mg/l per i vini rossi e 210 per i bianchi, 400 per i vini dolci. Il disciplinare biologico, invece, prevede le soglie di 60 mg/l per i vini rossi, 80 per i bianchi, 120 per i vini dolci, anche se il quantitativo consigliato è inferiore ai 20 mg/l.
La normativa sugli allergeni (Direttiva CE 2003/89) ha recentemente imposto la scritta "CONTIENE SOLFITI" o equivalenti, nell'etichetta dei vini con contenuto di anidride solforosa superiore a 10 mg/l. e ciò in quanto tale sostanza fa parte di quelle classificate come allergeni la cui presenza negli alimenti deve essere indicata in etichetta.
L'anidride solforosa è però classificata dal punto di vista della salute come un prodotto tossico per inalazione, corrosivo e irritante per le vie respiratorie e i tubo digerente, che può provocare alterazioni nel metabolismo di alcuni amminoacidi e della vitamina B1.
In particolare soggetti sensibili ai solfiti si possono scatenare asma, difficoltà respiratoria, fiato corto, respiro affannoso e tosse. L'OMS (Organizzazione Mondiale per la Sanità) ha stabilito, dopo accurati studi, la DGA (Dose giornaliera Ammissibile) a 0,7 mg di SO2 giornalieri per Kg di peso corporeo.
Tenuto conto della DGA la dose accettabile per l'uomo è compresa tra 42 e 56 mg per giorno in funzione del peso corporeo, compreso tra 60 e 80 Kg. Attraverso il consumo di mezza bottiglia al giorno (375 ml) sarebbe possibile assumere una quantità superiore di SO2. Se il tenore di SO2 totale al livello massimo autorizzato dalla UE, 160 mg/l per i vini rossi e 210 mg/l per i vini bianchi, la quantità di SO2 assunta con metà bottiglia è pari a 60 mg per i primi e 79 mg per i secondi.

Riferimenti

domenica 17 luglio 2011

Pro e contro dell'anidride solforosa

L'anidride solforosa (o biossido di zolfo - SO2) è un gas incolore, dall'odore pungente. L'anidride solforosa viene impiegata, nonostante la sua tossicità, come additivo in enologia ma anche in moltissimi altri prodotti agroalimentari. Si trova infatti oltre che nel vino, aceto, succhi di frutta anche nei gamberetti e nei crostacei freschi e congelati nelle uve sottoposte a trattamenti con solforosa dopo il raccolto, nelle farine e nelle insalate prepulite.
Per quanto riguarda l'uso più frequente in enologia si osserva che essa esplica le funzioni di:
1) Antisettico.
2) Antiossidante.
3) Antiossidasico in quanto inibisce l'effetto, e talvolta ne determina la distruzione, degli enzimi ossidasici nel mosto.
4) Solubilizzazione favorendo così la fuoriuscita degli antociani.
5) Combinante: migliora le qualità olfattive e gustative dei vini, in quanto questo conservante si combina con alcune sostanze di odore o sapore pungente, come l'acetaldeide e l'acido piruvico, rendendoli non più percettibili all'assaggio.
6) Chiarificante.
L'anidride solforosa è utilizzata:
>>nel mosto per i vini bianchi, con lo scopo di evitare l'avviamento della fermentazione alcolica consentendo la decantazione delle parti solide
>>prima dell'inizio della fermentazione alcolica con lo scopo di selezionare i lieviti e, nel caso dei vini rossi, per favorire una migliore estrazione del colore e dei tannini dalle bucce
>>in tutte le operazioni che prevedono il contatto del vino con l'aria - come travasi, chiarificazioni, filtrazioni e imbottigliamento - evitando quindi l'ossidazione e lo sviluppo di batteri o lieviti indesiderati.

Riferimenti