Contrariamente ai luoghi comuni, la cantina non è solo una meta da weekend
Secondo l’identikit dell’enoturista tracciato nell’indagine Cst-Movimento Turismo Vino “Il volto dell’enoturista oggi”, condotta sulle cantine del Movimento, è emerso che il 61,3% dei visitatori è di sesso maschile. Ad arrivare nelle cantine soprattutto i turisti italiani: il 62% delle presenze (per lo più in coppia o in gruppi di amici) contro il 38% degli stranieri. Sono, però, questi ultimi a spendere di più: secondo l’esperienza delle aziende, su una spesa media di 50 euro in cantina (che può arrivare fino ai 100 euro a visita), il turista straniero è nel 65% dei casi molto più propenso a spendere per portare a casa i prodotti del territorio che ha visitato. A questa cifra vanno aggiunti i costi per il pernottamento e le altre attività, per arrivare ad una spesa media procapite giornaliera di 193 euro, come confermato dal Censis. Dato che supera notevolmente la spesa media nazionale (90 euro).
Di Francesco Pisano Via Alessandria 18 Roma |
L’enoturismo alimenta flussi turistici piuttosto destagionalizzati. Sul fronte dell’affluenza poche le differenze tra primavera ed estate: a seconda dei periodi dell’anno cambia, invece, la tipologia dei visitatori. In termini assoluti, a sorpresa, il mese preferito dagli enoturisti è maggio (per il 38% degli intervistati), seguito da agosto (15%), settembre (13,5%), luglio (11,1%) e giugno (7,9%). I residenti o chi abita nelle località limitrofe preferiscono i mesi primaverili e invernali; ad arrivare in cantina in autunno sono gli escursionisti giornalieri mentre la primavera è una stagione per tutti i gusti. A scegliere i mesi estivi soprattutto i turisti che pernottano nei dintorni e che alla vacanza abbinano la visita in cantina: rappresentano tra il 50% e il 75% delle presenze estive per il 47% dei produttori. Contrariamente ai luoghi comuni, la cantina non è solo una meta da weekend (45%): le visite sono spalmate anche nei giorni feriali (55%).Si conferma inoltre il binomio vincente turismo-vino. La vacanza enoturistica è spesso abbinata alla visita giornaliera dei luoghi circostanti, a riprova che - oltre al turismo del vino come scelta esclusiva - esiste un segmento di pubblico che intercetta un’offerta integrata (cultura, eventi, sport) dei territori. “Questo tipo di offerta costituisce un asset strategico – ha detto la presidente del Movimento Turismo Vino, Chiara Lungarotti - sul quale è indispensabile puntare per sfruttare appieno le potenzialità di crescita dell’enoturismo, che ad oggi sono solo al 20%. Occorre perciò che tutti gli attori, pubblici e non, accelerino il passo per valorizzare in maniera globale i territori italiani, abbinando patrimonio culturale, eventi di promozione, qualità della produzione enologica e turismo ambientale”.
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